Di seguito postiamo il discorso che il nostro Consigliere Alessandra D'Agostino ha tenuto durante il Consiglio Comunale del 24 Novembre 2014
Come probabilmente saprete, lo
scorso 5 novembre è stato convertito in legge dello Stato il decreto “Sblocca
Italia”, già tristemente noto agli italiani come decreto “rottama Italia”,
“sfascia Italia”, “sblocca cemento” ecc.
ecc. Una legge approvata facendo ricorso all’ennesimo
voto fiducia,
che sottrae materie di competenza parlamentare alla discussione
e approva ogni provvedimento tramite ricatto politico e senza che il parlamento
possa discuterne il merito o apportare modifiche.
Probabilmente molti cittadini
avranno sentito parlare di questa legge, ma certamente pochi conoscono la sua
reale portata devastatrice. Che questa
legge sia l’ennesima deregulation
selvaggia non lo dico io, non lo dice il M5S, bensì lo dicono decine di
associazioni ambientaliste, Legambiente, Greenpeace, il Wwf, lo dice l’
ANCI, Banca d’Italia e lo dicono le regioni.
Naturalmente non è mia intenzione annoiarvi
elencando tutte le misure folli che questa legge introduce nel nostro
ordinamento. Quelle avrete modo di conoscerle da soli. Ciò che invece mi preme
fare, è portare all’attenzione di tutti voi alcuni dei provvedimenti che ci
riguardano più da vicino, per avviare una riflessione su eventuali azioni che
il Consiglio potrebbe attuare in segno di dissociazione, anche solo simbolica.
Dovrebbe
riguardarci molto l’art. 35 che riguarda gli inceneritori. Lo sblocca Italia autorizza gli impianti esistenti ad aumentare la propria capacità e incentiva
la costruzione di nuovi impianti. Al di là della ricaduta sulla salute
dei cittadini, gravissima e dimostrata, e che dovrebbe far scattare il
principio di precauzione, lo Sblocca-Italia calpesta i diritti delle autonomie
locali e le buone pratiche realizzate nei territori. Se un inceneritore è
sottoutilizzato perché l’ambito territoriale attua la raccolta differenziata,
grazie allo Sblocca-Italia si apre definitivamente all’arrivo di rifiuti da
altre regioni. E la lobby degli inceneritori ringrazia. Non si discute
certo il principio di solidarietà in base al quale sarebbe cosa buona e giusta
aiutarsi l’un l’altro. Ma in questo caso si produce un effetto perverso e
punitivo che vanifica tutte le politiche e le buone azioni di comuni e
cittadini cosiddetti virtuosi.
Questo articolo, tra l’altro, è stato
impugnato dalla Regione Lombardia davanti alla Corte Costituzionale, come anche
l’articolo 38, quello che contiene nuove regole sulle concessioni
per l'estrazione di idrocarburi, con cui il governo Renzi ha deciso di tendere una grande mano alle
compagnie petrolifere. Questo articolo attribuisce alle trivellazioni del
territorio per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi in terraferma ed in
mare, così come ai gasdotti ed oleodotti, carattere di interesse strategico, di
pubblica utilità, urgenti e indifferibili. Perciò si potranno realizzare anche in variante ai Piani
Paesaggistici, ai Piani dei parchi e ad ogni altro piano di tutela del
territorio. Ovviamente il demanio pubblico è obbligato ad accettare le
proposte di attraversamento di chi fa gasdotti e oleodotti e in caso di ritardi
scatta il solito silenzio assenso anche per chi massacra foreste.In parole povere, sono state annullate le possibilità di opposizione da parte dei territori ed è stato servito il passepartout ai petrolieri per entrare nei territori senza che i cittadini abbiano voce in capitolo. Se sotto il comune di Gardone ci fosse il petrolio, con queste nuove norme dalla sera alla mattina il nostro territorio verrebbe espropriato per motivi di pubblica utilità e di interesse nazionale. Sembra una esagerazione, ma è la cruda realtà che a qualcuno è già toccata, basta chiedere in Basilicata.
Che dire poi dei già disastrati bilanci dei comuni? L’Associazione
Italiana Comuni Italiani, ha detto chiaramente che lo Sblocca Italia avrà un
impatto negativo sui bilanci dei Comuni. Ad esempio l’articolo 17, che presenta
“misure per il rilancio dell’edilizia”, consente i permessi di costruire anche
in deroga agli strumenti urbanistici e riduce i contributi per il rilascio dei
permessi. Secondo gli urbanisti, con l’articolo 17 dello Sblocca-Italia si permette a chi costruisce
un nuovo quartiere di realizzare stralci funzionali invece dell’intera
urbanizzazione. In questo modo gli operatori si limiteranno a investimenti
minimi e non sarà più garantito il diritto a città decorose. Lo stesso articolo
prevede anche che potranno essere pagati a rate gli oneri di urbanizzazione da
versare. Mentre i Comuni sono sommersi dai debiti, la speculazione risparmia.
Insomma,
ancora una volta dietro i termini di “semplificazione” e “sburocratizzazione”
in materia edilizia, si nasconde in realtà l’ennesimo regalo alle lobbies del
cemento.
Viene rilanciato anche il principio del “silenzio-assenso”, vuol dire che se la risposta all’autocertificazione di un costruttore non giunge “entro il termine perentorio di 90 giorni dal ricevimento della richiesta, la richiesta si intende accolta. Anche se comporta la distruzione irreversibile di un’area archeologica o di un paesaggio, lo sventramento di un palazzo barocco, la riconversione di una chiesa medievale in discoteca o l’edificazione di un condominio su una spiaggia protetta.
Anche la
speculazione edilizia ringrazia: chi ha
speculato e ora non riesce a vendere gli immobili, ora può dirsi soddisfatto. Sono
previsti, infatti, sgravi fiscali sull’acquisto di immobili da destinare
all’affitto a terzi. Insomma, non certo un aiuto alle famiglie che magari una
casa non ce l’hanno.
Ma l’apice dell’indecenza si
raggiunge con l’articolo che consente il nuovo “sacco d’Italia”. È un vecchio
pallino dei governi di ogni colore utilizzare il demanio pubblico per fare
cassa, ma a tanto non eravamo mai arrivati: con lo Sblocca Italia non è lo
Stato che decide quali beni alienare ma sono i soggetti che acquistano che,
scegliendo fior da fiore, individuano le operazioni immobiliari più appetibili
e fanno una proposta, al Presidente del
Consiglio, con uno studio di fattibilità in cui indicano cosa vogliono fare. Il
presidente del Consiglio decide cosa consentire agli speculatori con cui fa un
bell’accordo di programma, incassando caso mai qualche opera di interesse
pubblico in cambio del bene demaniale di cui viene cambiata destinazione
urbanistica, funzione, uso.
Che potrebbe fare qualche magnate russo o cinese nella Reggia di Caserta?
Oppure nelle decine di chiese sconsacrate appartenenti al demanio? Una catena
di ristoranti o di centri benessere con attività “a luci rosse”? O una qualche
Disneyland in area archeologica? In fondo ne abbiamo tante!Sarebbero tutte cose “fattibili” secondo i criteri individuati dal decreto che si preoccupa solo dei soldi che può ricavare da queste operazioni .
Un bel colpetto, secondo il Servizio di Struttura economica della Banca
d’Italia, viene dato anche al codice dei contratti pubblici e degli appalti,
immolando la trasparenza sull’altare della «estrema urgenza». Il ricordo della
“cricca” degli appalti della Protezione Civile per il G8 a La Maddalena e della
ricostruzione de L’Aquila, di berlusconiana memoria, è già stato dimenticato. Un
metodo che in passato ha favorito la corruzione e il malaffare.
E, dulcis in fundo, visto che proprio nei giorni scorsi si
sono verificate e, ahimè si verificheranno ancora le puntuali alluvioni da Nord
a Sud dell’Italia, lo Sblocca Italia ha dimezzato l’incremento del fondo per le
emergenze nazionali, che riceverà in aggiunta solo 50 milioni, contro i 100
inizialmente previsti
Mi fermo qui, ma ce ne sarebbe per ore.
Ringraziandovi per l’attenzione, concludo ribadendo l’intento del mio discorso,
che è di far sì che tutto il Consiglio possa dissociarsi pubblicamente da
questo ennesimo scempio della Costituzione, della nostra sovranità e del nostro
territorio. Non possiamo far finta di nulla. Temo il giorno
in cui qualcuno ci chiederà: ma voi dove eravate?
Perché un conto sono i servi del
potere, e un conto siamo noi, che
abbiamo il dovere di lottare perché l’Italia cambi verso, ma davvero, che
diventi un Paese moderno, un Paese che guardi avanti, alle energie rinnovabili
e allo sviluppo sostenibile. Un Paese che cresca, e non un Paese che divori e
svenda se stesso.
Il decreto Sblocca-Italia è,
invece, un doppio salto mortale all’indietro. Un terribile ritorno a un passato
che speravamo di aver lasciato per sempre. Un passato in cui “sviluppo” era
uguale a “cemento”. In cui per “fare” era necessario violare la legge, o
aggirarla. In cui i diritti fondamentali delle persone (come la salute) erano
considerati ostacoli superabili, e non obiettivi da raggiungere.
Grazie
Alessandra D'agostino
Movimento 5 stelle
Gardone Val Trompia
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